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Comunque la mettiate la Pasqua non cambierà i suoi connotati, festa collocata in un chiarissimo periodo dell’anno, la primavera, il rifiorire della nostra bella penisola, il preliminare alla bella stagione, i primi fiori e i primi caldi del nuovo anno, le belle giornate, la serenità e la pace nel godere le meraviglie della natura che torna ad essere protagonista.

Da dove arriva la Pasqua?

Dal nome della dea sassone Eostre conosciuta anche con il nome di Ostara giunge a noi “Easter” in anglosassone la nostra Pasqua in italiano, festività da sempre associata alla figura del coniglio pasquale, in realtà la storia ci insegna che non era un coniglio ma bensì una lepre, vista come animale molto vicino alla dea proprio perchè creatura misteriosa ed elusiva.

Un animale indigeno della Gran Bretagna che secondo la tradizione portava fortuna, fertilità, ricchezza e salute. Proprio per questa sua importanza era vietato cacciare le lepri sia in Gran Bretagna che in Irlanda e con l’arrivo delle legioni Romane, fu introdotto il coniglio un animale per noi conosciutissimo ma del tutto esotico per gli anglosassoni.

Pasqua
Rappresentazione della Dea Ostara

Colomba, Agnello o Coniglio?

Tra i vari dolci, tra le decorazioni e il marketing di questo periodo festivo, a farla da padroni sono proprio i coniglietti, le uova ed altri simboli a noi più cari come la colomba e l’agnello. La nostra tradizione cristiana affonda le radici in questo passato pagano, in passato in questo periodo era infatti molto facile imbattersi in nidi con all’interno uova che ovviamente non erano gentilmente deposte da conigli ma dalla pavoncella, nella tradizione cristiana dunque la lepre si trasforma nel coniglio e le uova assumono un valore simbolico ovvero la vita racchiusa in ognuno di noi.

La Pasqua oscilla ogni anno e cambia data, questo perchè tende a cadere dopo l’equinozio di primavera, momento nel quale il pianeta terra si inverte e si riaccende di vita, di fiori primaverili e di profumi.

La Colomba: un dolce antichissimo

La colomba nella cristianità è simbolo di pace e salvezza, è chiaro il riferimento a Noè e alla riconciliazione con Dio dopo il diluvio, protagonista una colomba che tornerà da Noè con un rametto di ulivo nel becco.

Ma la tradizione dolciaria della colomba va ricercata nella storia medievale del nostro paese, e generalmente è contesa da due eventi storici in particolare. Il primo riguarda l’assedio di Pavia da parte del re Alboino per tre lunghi anni e che si concluse nel 572 con la città di Pavia che si arrende ed il popolo per ingraziarsi il nuovo sovrano offre in dono dei pani dolci a forma di colomba in segno di pace.

Il secondo evento è più sacro e riguarda la visita che San Colombano fece alla regina longobarda Teodolinda, la quale accolse il monaco con un banchetto sfarzoso e abbondante in pietanze a base di carni di selvaggina, San Colombano da bravo monaco osservando la quaresima in quel periodo per non offendere la regina si offrì di benedire il pranzo e così con quel gesto della mano compì il miracolo trasformando le carni in soffici pani dolci a forma di colomba.

Pasqua
La classica colomba pasquale

L’Agnello di pasta di mandorle

Ma la tradizione dei dolci pasquali non si ferma alla colomba ed ecco un altro animaletto fare capolino sulle tavole pasquali, si tratta dell’agnello di pasta di mandorle una tradizione ottocentesca che arriva dalla Puglia, grazie alle monache benedettine di clausura del Monastero di San Giovanni Evangelista di Lecce. Questo delizioso dolce leccese, anche chiamato “Lu Pecureddhu”, è farcito con una particolare crema, la “faldacchiera”, a base di tuorli d’uovo e zucchero, alla quale si aggiungono altre delizie quali per esempio cotognata, confettura di pere, pan di spagna bagnato con il liquore, cioccolato fondente o altro ancora.

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Agnello di pasta di mandorle

Altri dolci tipici della Pasqua

Ma l’Italia è ancora piena di tradizionali dolci pasquali come “l’Agnello di marzapane di Sicilia” a base di mandorle e pistacchi rigorosamente di origine sicula, tornando per un attimo in Puglia troviamo il “Corrucolo” più volgarmente conosciuto con il nome di “Scarcella” preparato con olio di oliva al posto del burro e rigorosamente decorato con confetti colorati e uova sode che devono sempre essere dispari, poi andiamo in Veneto dove troviamo la “Fugazza” vicentina, una torta asciutta servita con una crema inglese, in Sardegna ci sono le “Pabassìnas” dolcetti ricoperti con glassa bianca a base di zucchero a velo e la ricetta varia in base alle province, in Campania troviamo la mitica “Pastiera Napoletana” che non ha bisogno di presentazioni, in Friuli-Venezia Giulia è di scena la”Putiza” un dolce tipico a base di semi di papavero, uvetta, panna e rum, chiudiamo con l’Alto Adige dove troviamo la classica “Treccia Pasquale” a pasta lievitata.

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La scarcella pugliese

Insomma che il simbolo di riferimento sia un coniglio, un agnello o una colomba la Pasqua non rimarrà mai senza un ottimo dolce tradizionale, la nostra penisola è varia come la nostra cultura gastronomica, ed è proprio il caso di dirlo, regione che vai dolce pasquale che trovi!

Davide Caliandro

F&B Manager e Ricercatore Gastronomico

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