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Cibo è passione. E pure Bari lo è. La passione è una cosa semplice, che ti prende e che devi, con quello che hai a portata di mano, saziare. Ora tu immagina di essere in zona castello Svevo in un assolato pomeriggio estivo e che vieni assalito dalla passione culinaria. Anche la passione culinaria è passione a tutti gli effetti. Che fai? È controra e i ristoranti sono chiusi. Allora ti avvicini all’arco basso e chiedi di soddisfare questa tua passione con “u pan jegghj e sal”. Dicevamo che la passione è un concetto semplice e pure pane olio e sale lo è. Il pane è quello duro, vissuto e saporito della tradizione. Una tradizione antica che si perde nella notte dei tempi.

Non un pane di circostanza.

Si pensi che in tempi di guerra qualcuno ebbe a lodare la pulizia dei baresi per il fatto che questi ultimi lavassero il pane. Tutti sanno che il lavaggio sotto le fontane, una volta c’erano, era solo un modo per renderlo più tenero, il pane appunto. Poi la croce d’olio. Siamo adesso al confine col mistico, oltre che col mastico. L’olio di oliva, quello che deve pizzicare in gola, è quello che ricorda come sia iscritto dentro di noi il legame tra la terra e il cielo. E arriviamo al cielo perché è li che ti senti quando, accarezzato dal vento del mare, ti gusti pane olio e sale, sale che vuol dire mare. Bari è mare. Sei li, sei in cielo e in terra, sei nella passione. Sei a Bari.

pane
Piero Donadio

Dottore in Legge e Scrittore

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