Dal 21 al 23 Aprile 2022 si è tenuto a Milano presso il MiCo, Milano Convention Centre, Identità Milano 17^ edizione, intitolata “il futuro è oggi”.
Vorrei potervi raccontare ogni singolo momento di queste affascinanti giornate, ma non lo farò, in primis perchè così se non ci siete stati l’anno prossimo ci andrete sicuramente ed in secundis perchè altrimenti non tornerei a vedere la luce del sole prima di una settimana.
Filosofia Francescana
Il messaggio di Massimo Bottura quest’anno più degli altri anni, è stato molto denso, un concentrato di filosofia. È riuscito con le sue parole a scattare un istantanea precisa del nostro mondo attuale, senza i soliti riferimenti inutili a fatti e situazioni ma parlando della sua anima di quello che paradossalmente non vediamo perchè siamo troppo presi da tutto il resto.
Un mondo dove non serve più sapere se la parola “Chef” si riferisca ad un uomo o ad una donna perchè stiamo comunque parlando di una persona di talento.
Lei Proff, si la chiamerò proff, ci ha dato una meravigliosa lezione (forse è questo il suo talento o probabilmente uno dei tanti) e questa lezione è stata incredibile, dobbiamo disegnare una nuova prospettiva, la nostra prospettiva, metterci seduti comodi e riscoprire con una nuova ottica dove siamo nati e dove molti di noi si trovano, l’Italia, non possiamo darla per scontato, anzi dobbiamo oggi essere più uniti che mai senza alcuna differenza tra sud, nord e centro, proprio come diceva della parola “Chef”, riconosciamo il nostro talento, il nostro essere italiani e abbandoniamo la zavorra che non ci permette di volare e di innamorarci nuovamente e perdutamente del nostro splendido paese.
Identità Pasta 2022
Il mio carissimo amico e collega Giovanni Mengato avrebbe detto <bene calio, tu lasciami qui e ci vediamo alla fine, forse..> si, avrebbe detto così se ci fosse stato, ma purtroppo era impegnato nel suo lavoro e si è perso questo incredibile appuntamento con la pasta, quindi colgo l’occasione per raccontarlo a lui e a voi.
Ve lo racconto perchè ogni volta che si parla di pasta resto sempre sorpreso, un alimento usato in tutto il mondo che fa parte della nostra identità italiana fino in fondo, fino nel dna. Mentre nell’altra sala Enrico Bartolini disquisiva su quanto fosse bella Milano oggi, io mi sono lasciato ammaliare da queste storie fatte di pasta e da come sia possibile che unifichi il mondo, viaggiando per porti e paesi, assorbendone gusti e culture. Nella sala c’è già odore di cibo e ci presentano due ricette.
La prima, raviolo di pasta fresca all’uovo con striature di spinaci, ripieno di ricotta di pecora, saltato in burro e salvia, impiattato con un leggerissimo pizzico di polvere di caffè.
La seconda invece mi intriga particolarmente, c’è della storia dietro ed è proprio in questo momento che catturano la mia attenzione, con Fideuà un piatto simile alla paella tipico della città di Gandia in provincia di Valencia, che è diventato molto famoso sulla costa valenzana e catalana, che ha come protagonista non il riso ma la pasta e per la precisione i fideos gli spaghettini spezzati.
Un piatto che nasce sulla barca di un marinaio, che in assenza di riso ha utilizzato questo formato di pasta. Nota storica interessante, a fine medioevo nascono le corporazioni pastaie, a Genova infatti c’erano i “fidelari” ovvero i produttori di pasta e Genova non è sempre stata una città portuale strategica?
Che bello tornare a casa
Abbiamo tutti atteso con ansia la possibilità di camminare ancora una volta tra le sale del congresso a cui tutti gli chef vorrebbero partecipare. Non vi nascondo cari lettori l’affetto che nutro per questo evento. Forse starete pensando a delle sdolcinate lusinghe da parte mia nei confronti dell’organizzazione.
Posso assicurarvi che non è così, per me questa manifestazione è come tornare a casa dopo un lungo viaggio, a casa perchè Identità Golose è stata una colonna portante della mia formazione, nel lontano 2017 presso le sale di “Arte del Convivio” sotto gli uffici di Identità Golose, mi formavo come food events manager tra una lezione di Paolo Marchi ed una di Gabriele Zanatta.
Ero li, e loro mi insegnavano, mi insegnavano una serie di cose che si chiamano “esperienze”. L’esperienza non la trovi sui libri, non la studi in università, non vai a cercare su google. L’esperienza la vivi in prima persona, questa è stata la lezione più bella, una lezione che non si può dimenticare, una lezione che oggi fa parte della mia persona e che amo condividere con chi mi circonda. Quindi mi capirete se scrivo che è stato bellissimo tornare a casa.